Il pittore che mi ha ispirato di più
Per chi pratica nell'arte, con più o meno risultati, penso che sia capitato almeno una volta che qualcuno abbia domandato: a quale pittore fai riferimento? Qual è il pittore che ti ha ispirato di più?
E qui, almeno per me la scelta si fa difficile, non saprei chi scegliere, mi viene in mente Picasso con la sua dirompente modernità, Chagall con i suoi sogni colorati, l'astrattismo assoluto di Rothko, la pittura rivoluzionaria di Pollok, i paesaggi e la luce di Hopper, per arrivare a Michelangelo, Leonardo, o Raffaello, e potrei andare ancora avanti citando dei mostri sacri che hanno un posto rilevante nella storia dell'arte, ma il rischio è che diventi una lezioncina sulla storia dell'arte, e io non ho da insegnare niente a nessuno. Ma c'è un pittore di cui nessuno al mondo conosce il nome e tanto meno la sua storia, che mi affascina particolarmente, e sento che un sentimento ancestrale mi lega a lui e mi sprona a prendere un pennello e cercare di posare il segno su un foglio di carta, su una tela, o su un muro
Il pittore, o meglio i pittori a cui faccio riferimento sono quelli che hanno disegnato le volte della grotta di Lauscaux in Francia circa 17000 anni fa, prima che fu scritta la prima pagina di storia, prima ancora che l'umanità conobbe le civiltà e le religioni, la scienza e il sapere, l'arte esisteva già, era già presente in quegli uomini l' impulso a rappresentare il loro mondo e la loro esistenza, e d'allora quel invisibile filo rosso non si è mai interrotto.